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UNIFIL/LIBANO. Michel Aoun conferma: Hezbollah è a difesa del Libano. L’ONU critica ma è inerme …

Michel Aoun
Michel Aoun

Scioccanti dichiarazioni del presidente libanese Aoun al canale televisivo egiziano CBC, rilasciate l’11 febbraio scorso, che si possono riassumere brevemente in : fino a quando Hezbollah terrà fuori Israele dal territorio libanese (?) e fino a quando l’esercito libanese non sarà forte per combattere Israele, Hezbollah che dal 2013 l’Unione Europea ha inserito nella lista dei gruppi terroristici,  sono vitali per “integrare” l’esercito.
Aoun continua affermando che “. Le armi di Hezbollah non sono per contrastare (rovesciare ?)  lo Stato ma sono una parte principale per difendere il Libano”.
hezbollahIntanto, lo stato e l’esercito libanese a Sud del Litani sono praticamente scomparsi e l’amministrazione politica, militare ed economica è gestita dal potente apparato Hezbollah che vede tra i suoi massimi esponenti “capi” anche Mustafa Mughniyeh, figlio del terrorista Imad, ucciso nel 2008 a Damasco, e nipote di Mustafa Badreddine, morto anche lui nel 2016 in Siria.
La questione libanese, ovvero il dispiegamento di migliaia di uomini della Nazioni Unite a sud del Fiume Litani in Libano che secondo l’originale risoluzione dell’ONU – la 1701 – dovrebbero aver già disarmato i guerriglieri, sta mettendo a nudo la già grave crisi delle Nazioni Unite e la sua ormai acclarata inutilità, ed, in certi casi, addirittura la sua pericolosità perché “cancrenizza” il problema per giustificare la sua presenza.
Basta leggere la lista delle missioni ONU nel mondo per capire come da decenni personale dell’ONU è presente in vari paesi senza alcun costrutto. Cipro, Pakistan, Libano, Somalia, per non dimenticare la Monusco in Congo con oltre 23 uomini.
In Libano, oltre 12 mila uomini  oltre che “ostaggio” di Hezbollah, appaiono come un elemento ornamentale sul territorio, ed utili solo a versare, nelle casse di Hezbollah, soldi freschi per servizi e acquisti di merce.
Ed è proprio al situazione sul territorio e la situazione politico/militare che, al di là della legittimazione ad esistere affermata dal presidente libanese,  affermazione criticata più per facciata che per convinzione dalle Nazioni Unite, sta il vero problema libanese.
Hezbollah ha bisogno di UNIFIL e UNIFIL vive all’ombra di Hezbollah. E questo lo ha spiegato molto bene qualche tempo ha a Panorama Sayyed Ammar Al-Mussawi, responsabile per le relazioni estere di Hezbollah che ad un convegno a Roma disse : “Noi consideriamo molto importante la presenza dell’Unifil e anche la popolazione civile accoglie con grande positività la presenza dei militari”.
Affermazione che ci riporta al 2008 quando Israele, attraverso il quotidiano  Hareetz accusò il Generale Graziani di non aver individuato militanti di Hezbollah armati, senza intervenire e senza riferire alle Nazioni Unite.
 Tutto ciò in violazione della risoluzione la risoluzione 1701 che, ricordiamo, prevede il disarmo delle milizie armate e il ripristino della sovranità politica e militare dello stato su tutto il territorio libanese, inclusa l’area a sud del Litani.
Ieri, Hassan Aliq, editorialista del quotidiano libanese Al-Akhbar, molto vicino a Hezbollah, con un articolo dal titolo volutamente provocatorio “Sigrid Kaag, Shut Up”  ha duramente attaccato laKaag per la sua dichiarata contrarietà a un Hezbollah armato.
Sempre secondo Hassan Aliq, Sigrid Kaag e i diplomatici occidentali non vedrebbero di buon occhio il presidente Aoun, uomo definito potente, che si rifiuta ad obbedire alle pressioni occidentali.
Di certo, Hezbollah gode della benevolenza iraniana e della collusione (o sudditanza) dell’establishment libanese, vuoi per incapacità dell’UNIFIL,  per l’incapacità dell’Europa a dettare una univoca linea politica, ma soprattutto per l’assoluta inutilità dell’ONU nel contesto internazionale ed in particolare nel contesto medio orientale, è diventata un “potente forza regionale” che non tenta neanche più di nascondere l’enorme flusso di  armamenti che da tempo rifornisce Hezbollah anche di armi pesanti e missili. Anzi, non perde occasione per mostrare i muscoli e gli armamenti di cui è in dotazione.
Tutto ciò, sotto il naso di UNIFIL.
Ed allora, quali sono  gli interessi del Consiglio di Sicurezza e dell’Italia che suggeriscono (impongono?) loro di mantenere UNIFIL con oltre 12 MILA uomini in Libano ostaggio di Hezbollah a sud del Fiume Litani ?
Michele Santoro

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