giovedì, Aprile 18, 2024
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Meloni e la riforma che nessuno vuole. Vincolo di mandato e candidati del territorio

Ci girano intorno, parlano di democrazia e di rappresentanza popolare, ma nessuno vuole veramente una democrazia rappresentativa. Siamo in presenza di una monarchia dittatoriale dei partiti che non intendono mollare l’osso.
L’attuale assetto elettorale prevede che un candidato (x) di Castiglione Olona , piccolo borgo in provincia di Varese possa candidarsi nel collegio di Agrigento e viceversa.
Inoltre, sono previste candidature multiple. Ovvero, il candidato (x) di Castiglione Olona si può candidare non solo ad Agrigento, ma anche nelle Marche, Puglia oppure in Piemonte.
Insomma, il candidato forte usato come cartina di tornasole per tirare la volata delle lista e racimolare quanto più voti possibili utili per far eleggere le seconde file.
Poi, ad elezioni ultimate, il candidato (x) sceglie , sulla base degli interessi di partito o di amicizia, in quale collegio accettare l’elezione. Un giochetto e una vergogna “solo”  italiana  e adesso la Meloni parla di riforme che interessano però solo il potere.
Una riforma seria deve partire inevitabilmente dalla riforma dell’art 67 che dovrebbe espressamente prevedere per il parlamentare il vincolo di mandato e decadenza dall’incarico nel caso per scelta politica cambiasse partito, quindi candidature esclusivamente territoriali e senza possibilità di candidature multiple e in collegi diversi di quella di nascita e/o di effettiva residenza anagrafica da almeno 5 anni.
A ciò dovrebbe aggiungersi una riforma dei regolamenti parlamentari che dovrebbero espressamente vietare la costituzione di gruppi e/o partiti all’interno del Parlamento.
Tutto il resto è aria fritta.

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