venerdì, Aprile 19, 2024
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Beirut. Il Libano verso una "esplosione sociale" – Leggasi guerra civile

Mentre nell’indifferenza della comunità internazionale e delle Nazioni Unite (UNIFIL), gli  avvoltoi, Hezbollaz, l’Iran e il malaffare regnano sovrani fra le  rovine di quella che fu la Svizzera del Medio Oriente.
Il pianto intriso di ipocrisia del Primo Ministro ad Interim Hassan Diab che ha chiesto alla comunità internazionale di salvare il paese è la prova provata dell’incapacità della politica libanese di agire per il bene del Libano e dei libanesi.

Hassan Diab PM Libanese

Prima di chiedere di salvare economicamente il paese, Hassan Diab e le LAF , le forze armate libanesi, dovrebbero avere il coraggio di disarmare e sciogliere i gruppi terroristi di Hezbollah e riprendere il controllo politico, economico, militare e sociale del paese. In alternativa chiedere un intervento militare internazionale per debellare i gruppi terroristici che dominano e distruggono il paese dei cedri. Hezbollah va disarmato. Con i terroristi che controllano la politica, che ne dirigono le politiche dei governi  e che sono al potere, incontrastati, non solo a Sud dove hanno asservito ai loro interessi UNIFIL, il Libano non potrà mai risollevarsi.
UNIFIL and and LAF,s subordination to Hezbollah appears clear

UNIFIL e  la LAF ,  è chiaro a tutti, sono solo figuranti  e i caschi blu sono funzionali agli interessi di Nasrallah. Le bandiere di Hezbollah non sventolano solo a sud.
Il Libano è sotto il controllo politico e militare di Hezbollah che non si è fatto scrupolo di schierare all’interno della capitale, batterie missili, centri di ammodernamento missili e depositi di munizioni.
Il disastro economico e sociale è figlio di questa situazione subita passivamente dalla politica e dalle forze armate libanesi, quest’ultime divise in clan, e tollerata dalla comunità internazionale che mantiene nel paese oltre diecimila uomini che hanno assunto, loro malgrado, il compito di garantire copertura economica e militare a Hezbollah.
Questo drammatico quadro ha generato, complice la comunità internazionale servile e inconcludente, una profonda crisi sociale ed economica con oltre il 50% dei libanesi sotto la soglia di povertà e la lira libanese al 10% del suo valore, i prezzi dei generi alimentari  triplicati mentre il salario, di chi può ancora percepirlo è rimasto a meno di 50 dollari mese,  la benzina è introvabile. Non ci sono servizi di base, non ci sono infrastrutture.
La rabbia dei cittadini non più latente. Risse per i carburante e per i generi alimentari sono diventate una routine, il latte artificiale per i bambini è introvabile e l’elettricità scarseggia.
La rabbia sta aumentando sempre di più e la  soluzione della crisi appare di difficile soluzione a meno di scatto di orgoglio e di coraggio della politica libanee, della LAF  e della comunità internazionale.
I libanesi non possono cavarsela da soli ma la comunità internazionale non può semplicemente finanziare il governo di Beirut. Sarebbe come alimentare il malaffare  il terrorismo a discapito della popolazione civile che sta pagando un prezzo enorme per la pusillanimità dell’occidente.
Incredibile la resa senza condizioni di Diab quando chiede di assistere il paese senza legare gli aiuti alle riforme di un sistema corrotto e marcio.  Le necessarie condizioni, secondo il Primo Ministro, sarebbero un minaccia alla vita dei libanesi e alla stabilità del paese.
Il Primo Ministro fa inoltre  un appello ai diplomatici accreditati ha fatto un appello affinché per il loro tramite, re, principe, presidenti e leader dei paesi fratelli e amici, alle Nazioni Unite, e in generale alla comunità internazionale, salvino il Libano e ne impediscano la  scomparsa politica.
Ma allo stesso tempo ammette di non poter prendere alcun impegno con il IMF (Fondo Monetario Internazionale) poiché il prossimo governo potrebbe non rispettarli.
E’ come dichiarare ufficialmente al mondo che il Libano è in mano a fazioni irresponsabili e a terroristi al soldo di Teheran.
Questa è la situazione. Una tragedia che ha molti responsabili ma i primi e più responsabili degli altri sono proprio i politici libanesi e le stesse forze armate che per indolenza o interesse alla instabilità, nulla hanno fatto in questi ultimi decenni per gli interessi dei cittadini e del paese e hanno consentito ad un gruppo terroristico di prendere il controllo del paese e distruggerlo.  E’ diffusa la convinzione tra i cittadini libanesi che tutto ciò non sia altro che il risultato di un gioco di potere e di interessi personali e di clan sotto l’ombra nera di Hezbollah.
Michele Santoro

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