giovedì, Marzo 28, 2024
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Marsala. Stefano Pellegrino, tra polemiche e dissensi, annuncia la costituzione del gruppo Consiliare del Partito della Nazione, ex UDC

Nella sua prima conferenza stampa da “coordinatore” dell’UDC marsalese, Stefano Pellegrino, nominato anche responsabile nazionale per la giustizia, ha presentato le linee programmatiche del nascente gruppo UDC al Consiglio Comunale che si chiamerà, così come deciso alla costituente nazionale di Roma tenutasi il 3 e 4 aprile scorso, Partito della Nazione, che  potrà contare in Consiglio Comunale di 7 consiglieri perché ai 4 già presenti, divisi in due correnti, la prima quella che si richiama a Turano che conta su Gandolfo e Errera, e la seconda che si richiama a Giammarinaro, Coppola e Antonio Genna, si sono aggiunti i due consiglieri eletti nel  disciolto movimento Noi Marsalasi fondato proprio da Sfefano Pellegrino e Michele Milazzo, La Vela, Monteleone. A questi si aggiunge ufficialmente, anche se noi avevamo già anticipato nel mese di settembre 2008 il suo passaggio all’UDC, Manlio Mauro, che per sua stessa ammissione in conferenza stampa, rientra per certi aspetti nel percorso politico di famiglia.
Il nuovo gruppo può contare anche sull’appoggio esterno del Consigliere Mezzapelle, indipendente MPA, che già da alcuni mesi condivide il percorso politico in Consiglio Comunale di Stefano Pellegrino e Michele Milazzo.   
Stefano Pellegrino e Michele Milazzo hanno chiarito che il PDN è all’opposizione dell’attuale giunta Carini anche se rimane disponibile al dialogo per un percorso comune per il rilancio politico ed economico della città che sta pagando caro un periodo di non governo.
Il PDN è disposto ad assumersi ogni responsabilità di governo della città con un programma di pochi punti realizzabile nel resto della sindacatura, ma pone tre condizioni non discutibili  : azzeramento della giunta, nomina di assessori di provata esperienza e di grande spessore civico, rotazione dei dirigenti.
A precisa domanda sui dirigenti di nomina sindacale e quindi politica, Pellegrino non si è sottratto è ha affermato che i dirigenti di ruolo che possono ruotare negli incarichi,  in definitiva sono solo due. Patti e D’Orazi, perché La Rosa e Fiocca sono di ruolo e tecnici e quindi inamovibili, per i dirigenti di nomina sindacale non è escluso che possano non essere confermati.
Insomma, da quanto scaturisce dalla conferenza stampa, una nuova stagione politica basata su trasparenza, efficienza e professionalità. Ed a questo proposito  Michele Milazzo ha precisato che anche se convinto che gli assessori debbano essere espressione dei gruppi politici di maggioranza, il PDN è disposto ad appoggiare una giunta composta da assessori tecnici a condizione che siano persone di provata capacità ed esperienza e di spessore civico.
La nomina di Stefano Pellegrino,  che a più appare come una manovra di Giammarinaro da sempre in contrapposizione con Mannino a cui richiama Mimmo TURANO, sembra però aver creato contestazioni proprio da Michele Gandolfo e Vito Errera che, invitati da Stefano Pellegrino alla conferenza, non si sono presentati proprio per dimostrare il loro dissenso a questa nomina.
Fa ancora rumore nell’ambiente politico il lungo silenzio ufficiale del Segretario Provinciale Mimmo Turano che con questa nomina, appare fortemente messo in discussione dalle segreterie regionale e nazionale.
Michele Gandolfo si è dimesso da Capo Gruppo del partito al Consiglio Comunale, cosa che è stata apprezzata da Stefano Pellegrino e Michele Milazzo che l’hanno interpretata come una un atto dovuto visto la nuova e più consistente “dotazione” di consiglieri che il gruppo si ritrova.
In conferenza sia Stefano Pellegrino che Michele Milazzo, e un po’ tutti i consiglieri dell’ex UDC hanno voluto precisare che l’assenza di Gandolfo era giustificata dal fatto che il consigliere proprio giorno 8 aprile festeggiava i 50 anni di matrimonio dei propri genitori. Contattato telefonicamente, Gandolfo confermava che non era presente alla conferenza per dimostrare il dissenso ad una operazione che ritiene non conforme al dettato regolamentare del partito.
Anche le sue dimissioni da Capo Gruppo sono da mettere in relazione al suo dissenso alle imposizioni di Saverio Romano che con un atto d’imperio ha scavalcato ogni responsabilità locale. Secondo Gandolfo, se proprio si voleva commissariare il partito a Marsala, questo andava fatto con un esponente del partito e non con una persona, proveniente dal PSI e quindi dall’MPA,   che prima ancora di aderire al partito viene già indicata come coordinatore.
Nessuno in conferenza stampa ha ricordato l’assenza di Vito Errera, che è molto vicino a Turano tanto da difenderlo pubblicamente in occasione del rimpasto di giunta operato in provincia e criticato duramente da Giulia Adamo.
Ritornando al coordinatore, da alcuni ambienti UDC si afferma che Stefano Pellegrino coordinerà una “cabina di regia” affiancato da altri due esponenti del partito, uno indicato da Turano e l’altro da Regina.
Queste affermazioni sono smentite da Michele Milazzo che ha precisato che Stefano Pellegrino ha ricevuto un mandato pieno e ha piena responsabilità politica ed organizzativa.
Stefano Pellegrino dovrà ora gestire l’emergenza, ricucire gli strappi e compattare il gruppo così che possa divenire un tutt’uno con la linea politica del partito. Il suo compito non sembra agevole e il suo cammino in provincia e in città appare irto di ostacoli, ma in tandem con Michele Milazzo ha tutte le carte in mano per poter riuscire nell’impresa.
Non resta che attendere. Di certo questa nuova situazione politica potrebbe facilitare il compito di Carini per compattare intorno a lui una maggioranza stabile e con un preciso programma amministrativo, ma la situazione ai più appare fortemente compromessa perché ora, più di prima, considerate le dichiarazioni al vetriolo rilasciate da Giulia Adamo a proposito del passaggio di Stefano Pellegrino all’UDC, Carini dovrà tentare di mettere d’accordo due linee politiche che viaggiano su binari “divergenti”.
L’auspicio è che alla fine possa prevalere in tutti il buon senso e il rispetto per la città che sta pagando duramente per queste battaglie che a molti appaiono come “questioni personali” e non politiche.

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