venerdì, Aprile 19, 2024
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25 Aprile 1945. La libertà per l'Italia ancora negata alla Sicilia

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu si riconoscono nei valori e negli ideali più nobili che ,- in occasione della ricorrenza del 25 APRILE, – da più parti si vogliono celebrare. Meglio se senza retorica e senza reticenze. E nello spirito più  sincero di concordia e di fraternità.Nel rispetto- ovviamente –  della memoria di TUTTI I MARTIRI E DI TUTTE LE VITTIME.
Sono tuttavia doverose ed opportune, da parte siciliana, alcune puntualizzazioni, che peraltro nulla tolgono ai contenuti ed alle finalità delle celebrazioni in corso.
Si tratta infatti di precisazioni mirate al ripristino  della VERITA’ e al recupero della MEMORIA STORICA  interessanti gli ACCADIMENTI SPECIFICI che in quel periodo coinvolsero il POPOLO SICILIANO. E SOLTANTO il POPOLO SICILIANO.
Innanzi tutto va ricordato che la lotta armata contro  la Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Salò) e contro le formazioni e le strutture  nazi-fasciste, nonchè contro l’Esercito Tedersco , da parte dei Partigiani Italiani,era avvenuta ed avveniva in quel periodo (anni 1944 e 1945) quasi esclusivamente nel Centro e nel Nord Italia. Nell’ ALTA ITALIA, come si diceva. Ciò ovviamente non significa che numerosi Siciliani, portando con sè le doti di umanità che li avevano contraddistinti e che li contraddistinguono, non  venissero pure coinvolti, dall’una e dall’altra parte, per il fatto stesso che si trovassero in quei luoghi, quasi mai per propria volontà. Contro l’occupazione tedesca e contro il Nazifascismo tutto, fu fondamentale, in quella lotta, l’intervento, non sempre esaltato come avrebbe meritato, dell’Esercito Italiano di Liberazione.
In Sicilia-accennavamo- le cose andarono in modo nettamente diverso .Diverse pure le parti in causa. E non solo nel 1945. Anche prima. La STORIA è lunga. Cerchiamo di semplificarla al massimo.
Qui,infatti,alle prime luci dell’alba del 10 luglio 1943, due fra le più grandi flotte militari dell’epoca, la Britannica e la Statunitense, conversero sulle coste siciliane nell’ambito dell’operazione HUSKY e vi sbarcarono due armate rispettivamente comandate dai generali MONTGOMERY e PATTON. Fu il più grande sbarco”anfibio” del secolo ventesimo. Vi fu qualche reparto dell’Esercito italiano che tentò di contrastare l’invasione. Anche l’esercito tedesco fece del suo meglio per ostacolare l’avanzata dei “Liberatori”. Vi furono vittime civili uccise dagli Alleati in entrata e vittime civili uccise per rappresaglia dai soldati tedeschi in ritirata. Le vere battaglie – come abbiamo accennato, – furono combattute dagli Eserciti regolari in campo. L’invasione della Sicilia non fu per alcuno una passeggiata. Fu un’impresa ardua con migliaia di morti e di feriti. E con migliaia di prigionieri.
Il tutto si compì però in trentotto giorni complessivamente. Ed esattamente dal 10 luglio al 17 agosto 1943. Data,questa,nella quale l’ultimo soldato dell’esercito tedesco, peraltro in ottimo ordine, aveva già lasciato la Sicilia.
Ci permettiamo di ricordare,non senza emozione, che fino a pochi giorni prima dello “sbarco” delle Truppe Alleate (Anglo-Americane) le città, i paesi, i centri abitati della Sicilia erano stati quasi tutti letteralmente massacrati dai bombardamenti a tappetto delle flotte aeree dei “Liberatori”, che avevano seminato morte e distruzione ovunque anche per agevolare il loro sbarco, programmato da tempo.
I danni di quei bombardamenti sono in gran parte visibili ancora oggi. Mentre si è tentato e si tenta di ignorare e talvolta di  dimenticare le  migliaia e migliaia di vittime dei bombardamenti. Anche per non oscurare l’immagine complessiva  dei Liberatori-Vincitori della Seconda Guerra Mondiale.
Il Popolo Siciliano- ancora prima dello Sbarco- aveva ritrovato, dignità, progettualità politica e speranza di Riscatto e di Rinascita nella LOTTA DEMOCRATICA e POPOLARE per l’INDIPENDENZA della SICILIA.  Il Movimento Separatista, guidato soprattutto da ANDREA FINOCCHIARO APRILE, fu  forse l’UNICO a “lanciare” messaggi e documenti politici di grande spessore, a rimboccarsi le maniche  e a fare ai Dirigenti dell’AMGOT richieste adeguate ai bisogni del Popolo Siciliano.
Non ebbe vita facile, soprattutto dopo l’ARMISTIZIO di CASSINO e dopo che il REGNO D’ITALIA guidato da BADOGLIO era diventato COBELLIGERANTE degli ALLEATI e dei LIBERATORI.
Il 19 ottobre del 1944 era avvenuta a PALERMO la STRAGE DI VIA MAQUEDA ; il 31 Marzo del 1945 il COMITATO PER LA INDIPENDENZA DELLA SICILIA, presieduto sempre da Andrea Finocchiaro Aprile ( che peraltro aveva già dichiarato la decadenza della Monarchia Sabauda, spiazzando tutti) aveva inviato un MEMORANDUM alla CONFERENZA DI SAN FRANCISCO con cui si reclamava il Diritto del Popolo Siciliano a pronunziarsi in un REFERENDUM sulla Indipendenza della Sicilia . Nelle piazze e nelle strade di Sicilia la stragrande maggioranza dei Siciliani si era mobilitata per reclamare l’Indipendenza della Sicilia. Nei Boschi di Cesarò e di Bronte si era già formato il primo embrione dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia,comandato da MARIO TURRI (pseudonimo del Prof.Antonio CANEPA, ex dirigente partigiano e docente dell’ Università di CATANIA). Ed il cui “CAMPO” era indicato pure nella segnaletica stradale.
Insomma ,alla data del 25 aprile 1945, il Popolo Siciliano , perseguitato ed oppresso, continuava a battersi fra mille difficoltà, ma in modo determinato , per ottenere che in Sicilia si applicassero i principi proclamati dalla SOCIETA’ DELLE NAZIONI agli inizi della guerra contro Hitler ed i suoi alleati, e  che coincidevano perfettamente con alcune importanti  rivendicazioni, tipiche del Sicilianismo forte e puro (fra i quali quelli all’AUTODETERMINAZIONE, alla INDIPENDENZA,alla GIUSTIZIA, alla LIBERTA’,al PROGRESSO,alla MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA, alla RIAFFERMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’ NAZIONALE, al RITORNO NEI CONSESSI INTERNAZIONALI ecc.) .
Si trattava di Diritti severamente VIETATI e non solo dal Governo fascista, appena sconfitto, ma anche da tutti i precedenti Governi italiani dal 1860 in poi. Diritti che paradossalmente – in quegli anni- venivano NEGATI, spesso ricorrendo alla forza e alla repressione, dai Governi Italiani POST-FASCISTI ed ANTIFASCISTI (Governi di :Pietro BADOGLIO,Ivanoe BONOMI,Ferruccio PARRI, Alcide DE GASPERI ecc.).
Ci sembra altrettanto doveroso ricordare che, qualche mese dopo il 25 aprile del 1945 (ed esattamente il 17 giugno 1945) , a Randazzo ,in contrada MURAZZU RUTTU, sarebbe avvenuto l’ECCIDIO nel quale restarono uccisi Antonio CANEPA, Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE.    
Non aggiungiamo altro, se non per riaffermare la nostra fede nella verità, nella giustizia e nel rispetto dei Diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, nella nuova cultura  di pace , di progresso, di democrazia, di fratellanza e di collaborazione fra i Popoli del Mediterraneo, dell’Europa e del Mondo. Una cultura ed una scelta di vita  che da più parti si auspicano anche  per non ricadere negli orrori del passato.-..

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