La nomina di Stefano Pellegrino, fortemente appoggiato da quella volpe politica che risponde al nome di Giammarinaro da Salemi, quale commissario del partito a Marsala ha scombussolato la già complicata situazione politica al Consiglio Comunale e alla’interno dello stesso partito diviso in due correnti che si richiamavano una a Giammarinaro appunto e l’altra, con Gandolfo ed Errera a Mannino/Turano.
Nomina contestata dall’ex capo gruppo Gandolfo che ritiene che questa è stata calata dall’alto e soprattutto ritiene fuori da ogni norma statutaria il fatto che un esponente politico di altro partito sia stato nominato commissario il giorno stesso del suo ingresso.
Sembra però, per stessa ammissione degli attori, che al di là delle schermaglie in Consiglio Comunale, che Stefano Pellegrino, assicurando di parlare con tutti e con tutte le “correnti”, abbia ricompattato il gruppo anche se restano i mugugni di Gandolfo e Errera che probabilmente non hanno ancora metabolizzato, come sembra aver fatto Mimmo Turano, la nomina di Pellegrino. D’altra parte come si può continuare a mettere in discussione la leadership locale quando Pellegrino e Milazzo hanno ricevuto due incarichi di partito, uno a livello nazionale, quello di responsabile della giustizia e l’altro, regionale.
Intanto la nuova Udc ha voluto dare dimostrazione del suo peso determinando la nomina dei revisori dei conti e questo biglietto da visita, associato ai paletti indiscutibili che Pellegrino e Milazzo hanno ben piantato per l’eventuale ingresso nella maggioranza, azzeramento della giunta e rotazione dei tecnici di ruolo e riconsiderazione di quelli incaricati, ha chiarito, se mai ce ne fosse stato bisogno che una nuova maggioranza in Consiglio Comunale non può realizzarsi senza l’UDC.
Punto e a capo, e per Carini si complica la situazione anche se sembra faccia filtrare informazioni circa una possibile soluzione della crisi.