martedì, Ottobre 15, 2024
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La Mafia è in ginocchio e fugge. Parola di Gianfranco Fini. Però viaggia sotto scorta.

A Mazara del Vallo dove ieri si è recato, il Presidente della Camera dei Deputati ci ha voluto gratificare delle sue certezze. La mafia è in ginocchio e scappa, questo è quanto ha detto nell’atrio del Comune della cittadina siciliana.
E’ difficile credere alle parole di Fini quando vediamo nelle nostre città centinaia di auto blu scortate da auto della polizia. Scorte su scorte e secondo Fini è la mafia che scappa.
Se la mafia scappa allora cosa ci stanno a fare le scorte ? Forse è uno status symbol?
E non può essere diversamente perché come dimostrano le stragi, quando la mafia decide di uccidere un politico o un magistrato certo non si fa impressionare dalla scorta. Elimina anche quella e alla fine pianti di moglie, madri e figli di lavoratori delle forze dell’ordine costretti a fare da scudo, inutile, e balia a tanti VIPs, sono il risultato di un sistema di privilegi per appartenenti a certe caste.
Parole in scioltezza, prive di significato che certamente non possono giustificarsi con il ricordo del sacrificio di magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine. Chissà perché poi Fini non ha ricordato le tante vittime della società civile e dei giornalisti.
Fini doveva dire qualcosa e l’ha detta.  Solo che lui, come altri, ci vogliono convincere che la mafia dei Riina, dei Provenzano e dei Lo Piccolo è un fenomeno di delinquenza pura.  Ed ad avvalorare questa tesi, Fini qualche tempo fa, ancora in Sicilia, ha affermato con enfasi che nel Parlamento non ci sono politici collusi. Da cosa derivi questa sua convinzione è difficile immaginare.
Ci certo, politici collusi con la mafia, così come ampiamente dimostrato dalla magistratura, ce ne sono stati e probabilmente ce ne sono ancora tanti, e tanti, sempre probabilmente,  sono in “quota” mafia come da progetto di Riina.
Se non fosse così in Sicilia non si assisterebbe più allo sfruttamento dei lavoratori che per la maggior parte sono in nero o sottopagati, non si assisterebbe all’immane spreco di denaro pubblico, alla completa anarchia e disorganizzazione imperante nell’Isola.
In Sicilia i colletti bianchi, così eufemisticamente definiti dalla “manovalanza”, restano i baluardi di  del sistema Sicilia.
Come si spiega altrimenti che solo due persone abbiano potuto mettere su il sistema della grande distribuzione senza connivenze e collusioni, tale da arrivare a cifre da capogiro, vedi Despar Sicilia e Sisa, sequestrate dalla Magistratura a distanza di pochi mesi uno dall’altro.
Chi è così stolto da credere che due persone siano potute riuscire a d organizzare due imperi praticamente dal nulla e disporre di ingenti somme di denaro liquido, senza coperture in tutto il sistema Sicilia?
Il Presidente della Camera è certamente un fine politico ma sbaglia a pensare che i siciliani siano davvero stupidi.  La gente in Sicilia ci vive, subisce e non riesce a ribellarsi al sistema perché quello stato che lui rappresenta, nell’Isola sembra praticamente assente.

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