Tredici comuni appartenenti alle province di Ragusa, Catania e Caltanissetta sono stati dichiarati “zona infetta da blue tongue”: sono Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Monterosso Almo, Ragusa, Vittoria e Santa Croce Camerina (Rg); Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea e Mazzarrone (Ct); Gela e Niscemi (Cl).
La blue tongue, o febbre catarrale degli ovini, è una malattia che non si trasmette all’uomo e che non può in alcun modo creare allarmi di natura alimentare.
La decisione è stata presa, con apposito decreto, da Antonella Bullara, dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie dell’assessorato regionale alla Sanità dopo aver ricevuto un rapporto del Centro nazionale di referenza per le malattie esotiche di Teramo con il quale veniva segnalata la positività sierologia nei confronti del virus “blue tongue sierotipo 8” di tre bovini di un’azienda di Acate e di un bovino di un’azienda di Vittoria.
L’Ausl 7 di Ragusa, supportata dall’unità di crisi locale per le emergenze veterinarie, ha confermato l’esistenza di focolai del virus, precisando che non si trattava di capi vaccinati o importati.
Come primo provvedimento è stato deciso di effettuare controlli clinici e di laboratorio sugli animali recettivi presenti nelle 44 aziende che ricadono nel raggio di 4 chilometri dalle aziende già interessate dai casi accertati.
Inoltre, per scongiurare l’eventuale diffusione del virus, è stato ritenuto necessario e urgente adottare misure precauzionali in una ampia zona territoriale, avente un raggio di 20 chilometri.
In attesa dei risultati delle visite veterinarie e delle analisi sono state vietate le movimentazioni di animali appartenenti alle specie recettive alla blue dalla “zona infetta” alla restante parte del territorio regionale, con l’eccezione degli animali destinati alla macellazione immediata.
Sono stati allertati per la necessaria vigilanza i sindaci dei comuni interessati e i servizi veterinari delle Ausl di Ragusa, Catania e Caltanissetta.