venerdì, Aprile 19, 2024
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IL F.N.S. pensa ad una mobilitazione contro il ponte

Aveva ragione l’intelligenza pervicace di Albert Einstein quando lo portava ad affermare che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Ed è appunto questo il caso del mito dell’utilità presunta ( e ad oggi tutta da dimostrare) del Ponte sullo Stretto di Messina.
La questione torna oggi all’attenzione dei media anche per la accanita, pervicace volontà dell’attuale Governo di rilanciare l’iniziativa che dovrebbe portare alla costruzione dell’opera.
Il Ponte ci vede, come Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti“,da sempre, democraticamente, pacificamente quanto risolutamente contrari.
Ciò che caratterizza la posizione della nostra organizzazione politica, anche all’interno della stessa area sicilianista, è la riflessione e l’analisi legata ai motivi del nostro NO.
‘U F.N.S., infatti, valuta l’ipotesi Ponte una vera e propria IATTURA ecologica, sociale, economica e culturale.
Motivi d’ordine ecologico, tecnico-costruttivi, considerazioni d’opportunità, costi, vantaggi e svantaggi da Noi pensati in chiave collettiva e comunitaria sono tra le ragioni che Noi adduciamo per dire No convintamente al progetto.
Queste però non sono le sole motivazioni che ci spingono al No.
Secondo Noi, in una ottica d’insieme che compenetra tutti i motivi succitati, vi è anche il fatto, né secondario né accessorio, che il Ponte minaccia l’identità e l’integrità geografica, storico-culturale della Sicilia e con essa il dato inscindibile e correlato della percezione che della nostra Terra abbiamo e avremo Noi Siciliani ed avranno gli Altri, il Mondo in futuro.
Una immagine, una percezione quella della Sicilia che è parte fondante e fondamentale della Cultura non solo siciliana ma di diverse società anzi del Mondo intero.
Appare evidente dunque che la posta in ballo è enorme. Noi Indipendentisti progressivi e progressisti du F.N.S. muovendo da queste constatazioni affermiamo che il progetto ponte mette in pericolo non solo dunque l’identità, la memoria collettiva e condivisa e la percezione della Sicilia che ne ha il Mondo quanto anche alcuni dei pilastri della stessa cultura mediterranea e mondiale.
Appare triste e fa specie che un simile patrimonio e retaggio sia aggredito “garibaldinescamente“( e qui il caso di dirlo) a colpi di maggioranza parlamentare da un Governo che sembra neppure porsi il problema della centralità culturale internazionale della Sicilia e delle chiare, diverse implicazioni legate alla disarticolazione della sua realtà geografica.
È un atto di violenta, innaturale ed immotivata antropizzazione neo-coloniale, una antistorica hausmanizzazione del tessuto della nostra intera Nazione, internazionalmente nota e riconosciuta.
Comprendiamo bene che una siffatta analisi faccia storcere il naso a più d’un centralista. Malgrado ciò sosteniamo convintamene che il NO perorato da ‘u F.N.S. sia, a tutto oggi,il punto di vista più corretto ed esaustivo di affrontare, in Sicilia, la questione ponte.
Quanto poi ad alcuni dei cosiddetti gruppi per il NO AL PONTE, senza voler sottovalutare né tanto meno denigrare o snobbare nessuno, ci consta, però, dati alla mano, che questi, spesso e volentieri, fino ad ieri, hanno posto in essere politiche di mera natura tattica, legate al tentativo, operato ed operante, di mettere uno o più cappelli all’intero movimento, cioè di imporre a questo una egemonia politico-culturale.
Simili atteggiamenti hanno così finito per fare avvertire come “settario” l’intero movimento con il risultato di sottrarre a questo credibilità, energie come anche intelligenze ed esperienze. Come ricaduta si è avuto l’indebolimento dell’intera campagna antiponte che invece tra gli uomini e le donne di Sicilia e Calabria gode, oggi come ieri, di consenso e considerazione.
Occorre e occorrerà anche in futuro domandarsi il perché di siffatti atteggiamenti.
A nostro avviso ciò è frutto di due spinte diverse interne alle aree politico-culturali che hanno provato ad egemonizzare la battaglia sociale e politica di coloro che si oppongono al ponte.
Una è di natura contingente, politica e pratica legata al fatto che talune delle organizzazioni politiche e sociali ” di riferimento” di queste aree avevano ed hanno interesse a partecipare all’inevitabile “piatto ricco” legato alle commesse e i lavori.
L’altro motivo è di natura ideologica ed è concretizzazione, emanazione di un diffuso, trasversale pregiudizio antisiciliano, un vero e proprio complesso d’inferiorità indotto e nelle associazioni centraliste praticato, spesso, con ascaro zelo,che produce un senso di ferina voluttà a metà tra il sadico e il masochista a infliggere offese ai Siciliani ed ai loro diritti siano essi costituzionali, politici come anche a quelli sociali ed economici. Costoro pensano così di emendarsi di quel “peccato primigenio” toccato loro in sorte con la “lotteria della nascita”: l’ESSERE SICILIANI.
Siffatta serie complessa di fatti e motivi sola può dare contezza dell’atteggiamento altrimenti incomprensibile messo in atto dalla autoproclamata e censurante leadership di taluni cosiddetti gruppi per il NO al ponte.
Atteggiamenti che con i vari “pigghia e lassa” (stop and go), rapportati alle tattiche romane e partitocratriche, hanno finito per permettere ai “pontieri“, grazie anche al valido contributo dei grandi media siciliani e delle loro proprietà, di riorganizzarsi e tornare, grazie al “governo amico” alla carica.
Questi dei cosiddetti gruppi per il NO AL PONTE, solo ora, un po’ tardivamente pensiamo Noi, provano a rimettere il dentifricio nel tubetto.
È di tutta evidenza che gli errori fatti sono insanabili ma è pur vero che perseverare ha qualcosa se non di diabolico di stolto!
Occorre allora mutare registro. Bisogna superare l’appiattimento operato su certe posizioni politiche centraliste e restituire la campagna contro la Iattura Ponte al suo valore sociale e popolare più ampiamente inteso.
Abbisogna però stavolta che l’intero movimento rifletta sul valore della nostra piattaforma e che in virtù di essa, non perché la nostra, ma perché la più coerente, si avvii una campagna che EUROPEIZZI, MEDITERRANIZZI ed INTERNAZIONALIZZI la Questione Ponte , contribuendo, grazie all’interessamento attivo dell’Opinione Pubblica Internazionale a fare si che l’argomento sia, per lo meno, oggetto di un doveroso REFERENDUM POPOLARE che coinvolga tutti i Siciliani e i Calabresi.
Dobbiamo dire e fare dire in giro per il Mediterraneo ed il Mondo, ad intellettuali, artisti, politici che in ballo sono temi fondanti e per nulla accessori come la difesa dell’Identità e dell’Integrità geografica della Sicilia.
Identità ed Integrità che sono inestricabilmente connesse all’Identità culturale della Sicilia ma anche del Mediterraneo, dell’Europa, dell’Occidente e dell’Oriente, cioè del Mondo tutto.
Si minaccia l’ esistenza di luoghi geografici della rinomata NAZIONE SICILIANA e PATRIMONIO DELL’UMANITA’ TUTTA sin dai tempi dei poemi cosiddetti “omerici“.
Ci chiediamo: è dato all’ attuale Governo, alla sua maggioranza ( fatta anche di cosiddetti autonomisti siciliani) e ai gruppi politici ed economico-industriali pro-ponte di distruggere, modificandolo irrimediabilmente un siffatto, tramandato “bene” paterno e materno, Patrimonio del Popolo e della Nazione Siciliana ma anche dell’Umanità tutta?
Noi crediamo di No e invitiamo ognuno, anche certi settori redivivi del NO AL PONTE ad una mobilitazione, stavolta senza se e senza ma, che anzi coinvolga tutti coloro che sono contro il ponte, senza discriminanti né fumi ideologici solo nell’esclusivo interesse della Sicilia e dei Siciliani e della Sua Identità geografica, culturale e storica che è per ciò stesso PATRIMONIO di tutti i Popoli e di tutte le Nazioni.

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