martedì, Ottobre 15, 2024
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I troppi silenzi del Capo dello Stato

“Vorremmo far presente, sia ai vari esponenti politici pronunciatisi oggi riguardo alle parole di Antonio Di Pietro rivolte al Presidente della Repubblica che al Quirinale stesso, che le affermazioni fatte dai componenti dell’ Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, vanno nella stessa direzione e sono state ben più dure”. Cosi Sonia Alfano, presidente dell’ associazione che riunisce le famiglie degli Eroi di Stato che, questa mattina, ha promosso la manifestazione di Piazza Farnese cui hanno aderito, tra gli altri, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Beppe Grillo e Carlo Vulpio. “Anche noi familiari – ha proseguito la presidente – come già affermato nel corso della manifestazione, ci chiediamo il perché dei troppi silenzi del Capo dello Stato che tace anche quando le funzioni istituzionalmente previste per la sua carica gli imporrebbero di pronunciarsi ed intervenire. Sulla rimozione dello striscione esposto da alcuni dei nostri ragazzi, fatta salva l’estraneità del Quirinale, ci chiediamo chi abbia preso la decisione di vietare una libera espressione del pensiero per nulla offensiva. Ancora una volta chiediamo al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di prendere posizione sulle continue violazioni della Costituzione operate dall’oligarchia che governa il paese e di smettere di avallare, in qualità di Capo del CSM, le decisioni, lesive per la democrazia, adottate dall’organo di autogoverno della magistratura in merito alla presunta “guerra tra procure”.
Infine, la presidente Sonia Alfano, ha rivolto un ennesimo invito al Capo dello Stato affinché “si ricordi che questa nostra Seconda Repubblica si fonda sul sangue di Falcone e Borsellino e di centinaia di vittime innocenti della mafia e si renda conto che i suoi silenzi altro non fanno che avallare l’operato di chi ha addosso la responsabilità di quelle stragi e siede adesso nelle aule del Parlamento Italiano”.
Noi, da siciliani, aggiungiamo che stiamo ancora attendendo che il Capo dello Stato italiano ci sappia dire qualcusa sul sabotaggio della Corte Costituzionale alla Carta Costituzionale operato nel 1957 (Alta Corte paritetica) e nel 1989 (province “regionali” siciliane). Per il primo caso la Corte interviene non a tutelare la Carta Costituzione di cui fa parte integrante lo Statuto di Autonomia Siciliano, ma addirittura, caso unico nel mondo, modifica le norme della Costituzione invece di tutelarne le norme fondamentali, nel secondo caso ha affermato che esistono due costituzioni, quella scritta e quella reale e chela Sicilia ha podestà in materia … solo che la legge è stata fatta passare ma la Carta Costituzionale ovviamente … rimane ancora quella originale che prescrive che le province sono “state abolite nel 1946”.
Così la Sicilia è stata scippata della sua autonomia e i capi di stato che fin qui si sono succeduti, Napolitano incluso, … tutti zitti.
E’ la vittoria della monarchia dei partiti.

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