venerdì, Marzo 29, 2024
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Assemblea regionale: i deputati duri e puri difendono privilegi e benefit

Il deputato Giovanni Barbagallo ha iniziato una battaglia politica e aggiungiamo noi, di buon senso, per eliminare i molti privilegi e i benefit che i signori deputati si sono nel tempo attribuiti nel tempo con leggi e leggine ad hoc.
Barbagallo, solitario nella sua battaglia un primo risultato lo ha ottenuto, almeno sembra, il PD sembra che si sia schierato con lui in questa battaglia.
Il presidente dell’Assemblea Francesco Cascio aveva avuto parole pesanti contro il “ribelle” , aggiungendo inoltre che Barbagallo è solito prendere iniziative alle quali non è interessato.
Bravo il presidente Cascio, ma stavolta ha toppato. Barbagallo è un deputato e quindi l’iniziativa è di suo interesse in quanto “privilegiato e possessore di benefit” . La mela è sostanziosa e succosa e quindi, crisi al popolo e agi alla casta !
Come finirà questa faccenda non è dato di sapere ma di una cosa siamo certi, se non è una iniziativa propagandistica, Barbagallo e il PD dovrebbero portare fino in fondo la questione anche con proteste formali e pubbliche, ma soprattutto, cominciare a denunciare quanti e quali privilegi e benefit noti e … meno noti, la casta dei duri e puri hanno.
Il primo passo la conferenza dei capi gruppo richiesta da PD e Barbagallo.
“In Sicilia, – si dice nella lettera – più che altrove, si sta vivendo una difficilissima situazione economica di fronte alla quale non sembra non corrispondere, purtroppo, un adeguato livello di consapevolezza da parte delle istituzioni e della classe dirigente.
L’impatto della crisi può risultare particolarmente duro per la nostra regione poiché si innesta in una condizione generale dell’economia locale che fa segnare indici negativi ormai da molto tempo. In tale contesto, liquidare come “demagogica” la proposta della riduzione delle indennità aggiuntive erogate ai deputati in ragione della carica ricoperta, è un modo quanto meno sbrigativo per sfuggire ad un problema reale
Sappiamo bene che la questione dei costi della politica riguarda, complessivamente, l’eliminazione degli enti inutili, la riqualificazione della spesa regionale, la riduzione del numero dei consulenti e dei vari componenti degli uffici di gabinetto e il numero dei rappresentanti istituzionali ai vari livelli.
Ma sappiamo anche che in una Regione costretta a vendere i propri immobili per tentare di far quadrare il bilancio, il ragionamento sui costi della politica è ineludibile. L’ARS e la Regione non riescono, purtroppo, ad assumere iniziative significative per il contenimento della spesa.
In questo quadro, l’anomalia della Commissione Statuto dell’Ars, che non ha ancora iniziato l’esame dei disegni di legge costituzionali presentati, è intollerabile, anche perché, di fatto, ci costringe ad aspettare il Federalismo senza una nostra proposta in grado di difendere le prerogative statutarie, il che è politicamente irresponsabile. Alla luce di queste brevi considerazioni, chiediamo di affrontare gli argomenti sopra richiamati nell’Ufficio di Presidenza dell’ARS e nella Conferenza dei Capigruppo.

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