Questa è la storia della macchina amministrativa comunale della città di Partinico, circa 32 mila anime, e un comune. Una inchiesta di realizzata da Walter Molino e Angelo Vitale, di LiberaMente.
Scusate, ma ci scappa da ridere. Che sia una questione di invalidità, un’invasione di cavallette o un’epidemia di febbre gialla, sentir parlare di carenza di personale per una qualunque attività del Comune di Partinico ha un che di sbalorditivo. Così, quando l’assessore Leonardo D’Orio ha denunciato di poter contare solo su otto addetti per curare il verde pubblico, ci siamo messi a spulciare un po’ in rete, alzato il telefono, fatto qualche giro per gli uffici e consultato le fonti ufficiali. E adesso facciamo i conti. I numeri sono lì, freddi e impietosi. Secondo i nostri calcoli, al netto di qualche possibile imprecisione e dei frequenti giri di poltrone, il Comune può contare oggi su almeno 470 impiegati: 201 dipendenti a tempo indeterminato e 269 precari di vario genere contrattuale. E non finisce qui. Presi da irrefrenabile curiosità prende il via oggi una serie di “inchieste partecipate” sui comuni del comprensorio, che intendiamo realizzare in stretta collaborazione con gli utenti del blog. L’intento, naturalmente, non è statistico: Libera Mente, con l’aiuto degli utenti, intende piuttosto far luce su alcuni di quei vizi strutturali delle Pubbliche amministrazioni locali che rappresentano spesso il primo e decisivo freno allo sviluppo del nostro territorio.
Il lumacone. Sono calcoli per difetto, numeri da impresa di media dimensione, quelle che producono, esportano e tirano la locomotiva del Paese. In questo caso, risultati alla mano, si tratta di un lumacone zavorrato che come unico risultato ha quello di garantire uno stipendio o un compenso di collaborazione a fine mese a centinaia di famiglie: sacrosanto. Peccato che il conto di questo stipendificio pubblico se lo becchino tutti gli altri, i soliti fessi (anime belle sa un po’ di sfottò) che pagano le tasse in cambio di inefficienza, disservizi, sudiciume urbano e una pattuglia di nani e ballerine di terz’ordine ad allietare con un po’ di folklore mediatico e qualche sagra paesana. C’è poco da fare, dalle nostre parti “il Comune” e il settore pubblico in generale sono come un bel paio di mammelle troppo appetitose per non attirare branchi di lupi famelici aizzati da una politicaglia miope e irresponsabile, che per un pugno di voti se ne infischia (da sempre) delle regole di buon governo e che sull’inefficienza amministrativa ci ha costruito e alimenta brillanti carriere politiche.
La diagnosi, insomma, è chiara e la ripetiamo da anni: l’organizzazione burocratica del Comune di Partinico è un mostro con poche teste e troppe braccia, per lo più assuefatte in posizione conserta. Piuttosto che sul rigirar dei pollici del personale, tema della sterile e assatanata campagna del Ministro Brunetta (dai cui metodi e modi ci separano anni luce) quella che ci interessa è una lettura un po’ più analitica delle forze in campo. Ovvero: chi sono i lavoratori del Comune di Partinico? Di cosa si occupano da mane a sera? Su quali profili professionali può contare la macchina amministrativa?
Uno su sessantasette. Il Comune di Partinico, dopo il trasferimento di una quarantina di operatori all’ATO, conta 470 unità di personale, di cui 201 con contratto a tempi indeterminato e ben 269 precari (contrattisti, ex Lsu, co.co.co). Il dato complessivo colloca Partinico (31.472 abitanti) nel novero dei peggiori comuni italiani, con un rapporto di un impiegato comunale ogni 67 abitanti, o se volete – per usare gli standard nazionali – 148 impiegati comunali ogni 10 mila abitanti.
Più precari (non) per tutti. Non solo, ma al Comune ci sono più precari che dipendenti, un dato opposto ai trend nazionali: l’ultimo Censimento del Ministero dell’Interno sul personale degli Enti locali, aggiornato a giugno 2007, pur rilevando che nel triennio 2004-2007 il numero dei contratti a tempo determinato negli Enti locali italiani (Comuni, Province, Comunità montane, Unioni di comuni) è triplicato, evidenzia anche una leggera diminuzione dei contratti Co.co.co. e in generale mostra un’incidenza dei precari che non supera il 30% della dotazione organica degli Enti. A Partinico i precari sono oltre il 57 per cento.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci. I 470 lavoratori del Comune sono suddivisi in 14 settori: per dire: il Comune di Roma ne ha 20 (per amministrare la città eterna che ha 2,7 milioni di abitanti), il Comune di Torino 21 (per 908 mila residenti), a Bologna ce ne sono 20 (374 mila abitanti), ma nessuno di questi grandi comuni riesce ad arrivare alla stratosferica cifra di 90 Uffici. Attenzione, non stiamo parlando di stanze con scrivanie, sedie, telefono e calendario dell’Arma: qui si tratta di unità organizzative, servizi, sottoaree o come diamine le si voglia chiamare.
Si va dall’Anagrafe (sedici persone, più tre allo Stato civile) alla Biblioteca (venti), dalla Casa di riposo (ventotto) al Centralino (tre), dai Servizi cimiteriali (nove) all’Ufficio elettorale e statistica (otto). Nel Gabinetto del sindaco lavorano otto persone, sugli Impianti di illuminazione e segnaletica stradale vegliano in sette. Ma non vanno disturbati se, putacaso, si fulminasse una lampadina dentro un ufficio: a quella ci pensa lo squadrone dei diciotto addetti alla Manutenzione immobili, mentre se un sorcio si mettesse di traverso facendo tracimare un tombino, niente paura: eccone altri diciotto che si occupano della Manutenzione della rete idrica e fognaria. E se di tanto in tanto vi guardate intorno sospirando per la struggente bellezza urbanistica e architettonica dei nostri luoghi, rivolgete un pensiero ai trenta componenti dell’Ufficio Territorio e ambiente. La rigogliosità dei nostri giardini, la sicurezza dei nostri polpacci e la protezione da botti imprevisti è garantita invece dai venti dell’Ufficio verde pubblico, randagismo e caccia.
C’è da chiedersi come fa un territorio così presidiato a non attrarre investimenti mondiali, se può anche contare su quattro addetti alla Promozione economica e due specialisti per il Reperimento risorse alternative e comunitarie. Un potenziale giro d’affari e relazioni internazionali che manco a Paperopoli, e per fortuna che a dirigerne il traffico c’è una snella Segreteria dell’Area economico-finanziaria che può contare su sei persone (da non confondere con la Segreteria generale in cui si dannano l’anima altri sei impiegati). E quando l’economia riprenderà a tirare, in caso di aumento del gettito fiscale a Partinico non ci faremo trovare impreparati, grazie anche ai ventidue addetti dell’Ufficio tributi. E anche sull’innovazione, qualcosa da dire abbiamo: l’Italia è all’avanguardia sull’adozione del Protocollo informatico, ma a Partinico, per ogni evenienza, all’Ufficio protocollo ci lavorano in otto, di cui due dedicati solo ai lavori pubblici. Per il traffico veicolare ci sono invece ventiquattro agenti di Polizia municipale, da poco coadiuvati da quattordici ausiliari.
I partinicesi, inoltre, specialmente i più giovani, sono un popolo informatissimo. E non ci riferiamo all’informazione mediatica superficiale e di parte, ma alla potenza di fuoco prodotta dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) che può contare su otto persone, l’Informagiovani (due) e lo Sportello universitario (tre). Alla peggio, provate a chiedere a loro che diavolo facciano i cinque addetti dell’Ufficio Inventariazione.
Basta così, ci manca il fiato. C’è materia sufficiente per capire che gestire, organizzare e pagare questo battaglione di fanteria deve essere un’impresa titanica. A cominciare dagli Stipendi, il cui ufficio impiega otto persone e chissà quanti elaboratori elettronici. Se state pensando che oltre alla carota ci vorrebbe (ogni tanto) anche un po’ di bastone, toglietevi dalla testa i tornelli di Brunetta, perché alla tecnologia pervasiva il nostro Comune preferisce il ben più affidabile occhio umano. Quattro occhi vedono meglio di due? Facciamo vedere che abbondiamo, diceva Totò, e allora ecco cinque persone all’Ufficio Rilevazione presenze!
Profili professionali. Proviamo a consolarci: per prima cosa, le prossime puntate di questa inchiesta porteranno certamente alla luce casi simili se non peggiori di Partinico. In secondo luogo, è vero che la struttura organizzativa del Comune è mastodontica, ma almeno i cittadini possono contare su servizi straordinari. Ok, siamo seri. Diciamo allora che è un problema di testa, di conduzione, di leadership? Insomma, qui non si vuole giustificare nessuno (né i fannulloni né la politica che ha prodotto questo scempio) e tantomeno fare di tutta l’erba un fascio: il Comune, lo sappiamo, è pieno anche di fior di professionisti con spirito di servizio e voglia di lavorare. Siamo diretti testimoni, ad esempio, delle grandi capacità organizzative e della totale dedizione che animano il Settore della Promozione culturale, che una guida politica di spessore saprebbe valorizzare al meglio. E’ anche vero però che si tratta di eccezioni. Non è un caso che le politiche di reclutamento siano figlie di logiche tutt’altro che meritocratiche. La riprova di ciò è data dai profili professionali del nostro esercito comunale.
Tra i dipendenti, ci sono nove persone con profilo D3 (categoria che comprende agronomi, avvocati, ingegneri, architetti, il ragioniere generale e il comandante della Polizia municipale) e diciotto con profilo D1 (assistenti sociali e specialisti amministrativi, in attività di vigilanza, contabili, in attività educative e sociali e in attività tecniche e progettuali). Tutte figure che prevedono come titolo minimo il diploma di laurea. Ventisette persone su quattrocentosettanta. Volendo si possono aggiungere altri otto dottori tra i precari Co.co.co e si arriva a 35 (trentacinque). Un/a laureato/a ogni 13,4 impiegati. Il 7,4 per cento. Meglio un asino vivo che un dottore morto, certo. Ma questo dato non significa proprio niente?
La categoria C1 comprende numerosi profili professionali: per agenti di Polizia municipale, assistenti amministrativi e bibliotecari è sufficiente la licenza media. Per gli assistenti in attività tecniche e progettuali egli assistenti per l’infanzia è necessario il diploma di scuola superiore. Tra dipendenti e precari al Comune di Partinico se ne contano 182.
Nei profili B3 e B1 rientrano una serie di collaboratori e operatori di supporto: amministrativi, tecnici, servizi sociali, conduttori di macchine complesse. Al Comune, divisi tra dipendenti e precari, ce ne sono 84, a cui è richiesta la licenza media.
Infine c’è la categoria A, che comprende figure meramente operative di supporto ai servizi interni (centralino, sorveglianza, fotocopie, consegne) ed esterni (manutenzione ordinaria, movimentazione merci, consegne e ritiro merci). Requisito: licenza media. Totale addetti: 208. …continua