mercoledì, Maggio 1, 2024
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Il caso Genchi, le intercettazioni, Di Pietro ed il Capo dello Stato

Ovvero quando una notizia insignificante viene gonfiata ad arte per distrarre dall’attenzione sulla notizia vera.
Quanto accaduto in questi giorni è l’emblema di come l’informazione in Italia sia ormai ridotta al lumicino. Tutti gli organi di stampa impegnati in titoloni ed articoli a più colonne sul grande scandalo che “sta per scoppiare” sul gigantesco archivio segreto di Gioacchino Genchi, il super esperto palermitano (è di Castelbuono) di computer e telefonia. Tutti dietro al Presidente del Consiglio, per un attimo distaccatosi dalla estenuante campagna elettorale che sta conducendo in Sardegna (tanto in Italia va tutto bene, basta comprare di più), che, convocati tutti gli “house organ” (andatevi a cercare cosa significa) di stampa, ha gridato al mondo intero il proprio sdegno per la grave violazione perpetrata ai danni dei cittadini italiani: milioni di utenti intercettati a beneficio un gigantesco archivio segreto.
Peccato che Genchi non abbia mai intercettato nessuno. Si è solo occupato di analizzare flussi di dati delle reti telefoniche. Ma in Italia, sempre più repubblica delle banane, a fare scandalo è la capacità di Genchi di fare bene il proprio lavoro. In un paese civile, non imbarbarito sempre più da gossip, da programmi tv tutti tette e culi e da giornali ridotti ormai a ripetitori di stupidaggini, avrebbero dovuto destare scandalo i contenuti e le notizie delle indagini nelle quali Genchi è stato ed è consulente per decine di Procure della Repubblica.
Scrivo “avrebbero” perché per averne informazione esiste ormai solo internet. A questo punto viene da pensare che la rete forse è volutamente sottosviluppata in Italia rispetto a tutti gli altri paesi europei; un elemento di democrazia ed informazione malvisto da giornali e tv ormai in mano a pochi capaci di manipolare le notizie. Stampa e tv tutti impegnati a seguire da vicino la “tettona” del Grande Fratello o presunti scandali.
Cercando nella rete troverete che Genchi, oltre ad aver permesso la cattura o la condanna di centinaia di delinquenti, è stato colui che ha dimostrato che il telecomando premuto per fare saltare in aria Paolo Borsellino si trovava a Palermo al Castello Utveggio, in quel momento nella disponibilità dei Servizi Segreti italiani (SISDE), ed è curioso che per il SISDE lavorasse in quel periodo Contrada che fu avvisato dell’omicidio di Borsellino 80 secondi dopo che era accaduto (mentre la famiglia lo ha saputo dopo alcune ore);
che analizzando i dati di decine di malavitosi calabresi (su incarico di De Magistris) ha scoperto che molte delle utenze in uso agli stessi erano intestate ad un Parlamentare Nazionale.
E’ stato sempre Genchi a scoprire che qualcuno aveva manomesso i computer di Giovanni Falcone immediatamente dopo la sua morte, cancellando addirittura alcuni file;
oppure ad elaborare, sempre su incarico della Procura, i dati relativi ai più importanti processi di mafia e politica di questi anni: Dell’Utri e Cuffaro su tutti (entrambi condannati in primo grado).
Non ultime le analisi dei file rinvenuti sui computer di Pino Lipari con i dati riconducibili a tutte le proprietà di Bernardo Provenzano.
Ma perché questi attacchi violenti proprio ora?
C’entra qualcosa la legge sulle intercettazioni che il Governo ha fretta di varare?
C’entra niente la prossima decisione della Corte Costituzionale sulla ammissibilità del Lodo Alfano (che probabilmente sarà dichiarato incostituzionale)?
Allora basta che Di Pietro, ad una manifestazione organizzata dai Familiari delle Vittime della Mafia, dica una verità sotto gli occhi di tutti, ovvero che il Presidente della Repubblica non esercita appieno i suoi poteri (ricordate Ciampi alla prima stesura del Lodo allora Schifani?), per distogliere l’attenzione da quanto detto e raccontato alla manifestazione.
Ecco perché abbiamo voluto inserire il video dell’intervento di Salvatore Borsellino alla manifestazione. Salvatore è fratello di Paolo Borsellino. Guardate ed ascoltate cosa dice. Poi verificate in quanti giornali in questi giorni è stata riportata la notizia.
Ambrogio Conigliaro

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