martedì, Ottobre 15, 2024
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Scuola: Lombardo dissente balbettando, Berlusconi neanche non lo ascolta

E già, partito lancia in resta nel nome di un autonomismo al quale probabilmente non ha mai creduto, ha manifestato da subito la sua vocazione democristiana formando un governo regionale con il manuale Cencelli vecchia maniera.
Ha balbettato obiezioni in Parlamento nazionale minacciando di uscire dalla coalizione e votare contro, salvo poi ripiegare a più miti consigli “rassicurato” dalle parole di questo o quel ministro, mai da Berlusconi che lo considera per quello che è politicamente, lo zero virgola qualcosa.
Adesso per nascondere o meglio cercare di nascondere le lotte interne alla maggioranza dove ogni lobby o gruppo di potere intende salvare il proprio feudo: agricoltura, sanità, industria (con il nuovo business tutto siciliano dell’energia alternativa, e turismo, Lombardo cerca di mettere d’accordo tutti contestando un altro settore bacino di voti: la scuola.
Ancora una volta il governo regionale balbetta davanti al governo nazionale e si rifugia dietro quella Corte Costituzionale che tutti oramai considerano vero e proprio braccio armato della politica, invece di iniziare una vera battaglia per il diritto autonomistico siciliano.
Invece di balbettare e gaudire dietro il federalismo fiscale e pensare sempre e comunque a Roma, i politici siciliani  dovrebbero andare a lezione di diritto costituzionale nazionale e regionale ed iniziare una vera lotta politica e democratica per il riconoscimento dello “status” della Sicilia quale stato federato all’Italia coerentemente alle disposizioni Costituzionali e Statutarie.
Invece rincorrono Bossi e Calderoli per le accise che sono di diritto siciliane perchè lo Statuto attribuisce alla Regione il gettito dei tributi erariali riscossi nel suo territorio!
“L’impegno del Governo regionale per la scuola siciliana prosegue e si articola su più fronti, per fare in modo che essa sia strumento di educazione e formazione a servizio della nostra cultura e della nostra terra”, queste le parole di Raffaele Lombardo ad un convegno dell’associazione professionale degli insegnati cattolici in corso a Palermo.
Sicuramente avrebbe detto che “l’impegno del Governo regionale per la sanità prosegue e si articola in più fronti, per dare in modo che essa sia strumento di tutela a servizio della salute pubblica dei cittadini della nostra terra” se si fosse trovato ad un convegno di medici di … famiglia. Una buona parola per ogni occasione.
Non meno opportunistica appare la dichiarazione dell’assessore Antonello Antinoro “La Regione si oppone all’unanimità al ridimensionamento scolastico perché la Sicilia paga un prezzo troppo alto. In questa prima fase vengono tagliati 200 dirigenti scolastici ed altrettanti dirigenti tecnico-amministrativi; nella seconda, invece, ad essere penalizzati sarebbero gli insegnanti e ciò metterebbe in ginocchio il mondo della scuola”.
Neanche il minimo accenno alla qualità dell’istruzione, alla professionalità del corpo docente e del personale.  
E’ difficile comprendere come questa riforma possa indebolire la Sicilia più di quanto non sia oggi proprio a causa dell’insipienza della classe politica siciliana, vassalla di Roma e feudale.
Troppo attenta a dilapidare ingenti finanziamenti dal 1946 ad oggi, la casta siciliana sta bene attenta a non far conoscere ai cittadini di ieri, oggi e domani, la Carta costituzionale siciliana. Un esempio per tutti, si sono spesi alcuni milioni di euro per festeggiare i 60 anni dello Statuto.
Festeggiamenti all’ARS, a Palazzo d’Orleans, abbiamo avuto anche la visita del presidente della Repubblica, ma nelle scuole il tutto è passato nel silenzio.
La casta però ha goduto!

 

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