martedì, Ottobre 15, 2024
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Marsala: Campus Biomedico, iscritto in bilancio nel 2004, approvato nel 2005!

La politica del retrobottega, contorta e inestricabile e con tante situazioni che sfuggono ad una logica di una burocrazia lineare anche se lenta, ha partorito un giocattolo per tutte le stagioni: il campus biomedico. Ritorniamo di nuovo su questo fumoso progetto dopo l’incredibile visita dell’assessore alla sanità Massimo Russo al Comitato promotore e al suo alter ego, Massimo Grillo, lasciando un convegno ufficiale per “asseriti impegni istituzionali”. Non è chiaro a quale titolo il comitato promotore interviene autonomamente quando dal 2000 c’è un CdA del Consorzio, ma tant’è che … siamo a Marsala.

Abbiamo rivisitato ancora una volta il “fascicolo” campus e per l’ennesima volta non abbiamo trovato una documentazione sequenziale tale da poter capire i vari passaggi, malgrado ciò abbiamo rilevato alcune situazioni quantomeno anomale e tutte da chiarire, almeno da parte del Dirigente del Settore Finanze del Comune e del Settore LL.PP.

Secondo quanto affermato dall’Assessore al Comune di Marsala, Pino Milazzo a RMC101,  il progetto del Campus nasce nel 2004 , e questo dimostrerebbe che neanche chi sta portando aventi il progetto sembra  a conoscenza dei fatti. Il Consorzio trova la sua data di nascita esattamente nel 2000 – L’atto di nascita viene siglato a Palermo presso lo studio del Notaio Crescimanno con atto n. 70003 . Fondatori : Comune di Marsala (firmatario il Commissario Straordinario  Antonino Emanunele) socio di maggioranza con 1.000 quote da lire 200.000 cadauna per un totale di 200.000 milioni del vecchio conio,  Angelo Ranieri presidente del Comitato promotore socio di minoranza con 150 quote da 200.000 lire per un totale di 30.000.000 di lire , ed infine Giuseppe Parisi Direttore Generale ASL 9, socio di minoranza con n. 5 azioni da 200.000 lire per un totale di 1.000.000 di lire.
Giuridicamente tutti gli atti del Consorzio non avrebbero alcun valore legale stante il fatto che nessuno dei soci fondatori che stanno utilizzando denaro pubblico hanno mai versato la quota sociale.

Contrariamente a quanto fin qui è stato detto risulta che il Campus è stato inserito nel Piano Trinennale 2005/2007 del Comune ed approvato con delibera del C.C. n. 129 dell’11/7/2005 ma stranamente la lettera n. 2692/Rag a firma Fiocca riporta che tale somma di 5.000.000 di euro sarebbe stata scritta a bilancio nel 2004 (?). Ci chiediamo come sia possibile che sia stata iscritta a bilancio una somma un anno prima della delibera del Consiglio Comunale!

Il finanziamento per “completamento” e  non come si continua ad affermare anche dall’Amministrazione comunale, del Campus è stato concesso “senza progetto”, cioè sull’idea, con la legge 448/2001 art. 54, ripresa dall’art 70 della l. 289/2002 e definitivamente iscritta alla l. 30.12.2004, n. 331 per un totale di 1.1 milioni di euro a cui successivamente sono stati aggiunti 350.000 per progettazione. IN pratica sono i finanziamenti provenienti dal residuo del 8X1000 che a seconda delle amicizie che si hanno in commissione finanze del Senato e della Camera, vengono elargiti su semplice segnalazione di questo o quel deputato o senatore. Una anomalia tutta italiana che alimenta semmai ce ne fosse bisogno, il sistema degli sprechi nazionali. Basta un semplice giro per l’Italia per vedere quante incompiute esistono e che hanno origine da questi finanziamenti allegri.
Viene comunque da chiedersi se l’iscrizione a bilancio nel 2004 non sia stato un atto propedeutico anomalo per la concessione del contributo “per completamento”.

Per il progetto redatto dagli arch. Licari e Buscetta, e studio geologico dato al geologo Nicotra (non è dato di sapere come sono stati selezioni i tecnici che voci insistenti indicano in persone vicine a Massimo Grillo), sono stati impegnati complessivamente 120.000 euro. Con nota del 2007 il Comune aveva al Ministero dell’Economia di utilizzare la somma residua di 180.000 euro per la “realizzazione” della struttura.
Il Ministero con nota del 17 ottobre 2008 risponde che la somma non può essere imputata al capitolo realizzazione e quindi, deve essere restituita, ma all’Ufficio Ragioneria di questa lettera sembra non vi sia traccia.

    
Importo complessivo finanziato per il completamento del campus 1,1 milione di euro a cui si sono aggiunti 350.000 euro per costi di progettazione. Tutto il resto sembrano parole senza alcuna giustificazione nei documenti agli atti dell’amministrazione.
Non esiste alcun lotto funzionale come affermato dall’Assessore Milazzo.  Quello che si sta andando a realizzare è un progetto completamente nuovo e riduttivo dall’idea del2000 perché nessun finanziamento successivo è stato deliberato dallo stato che come già ricordato ha stanziato una somma per completamento della struttura.
Ciò che allarma è la semplicità con cui si porta avanti un progetto con fondi pubblici non avendo assolutamente previsto come sarà gestito, chi sopporterà gli oneri di gestione e di organizzazione dell’intero complesso.
C’è velatamente qualche contatto con l’Università di Palermo ma niente di scritto e niente di deciso, tutto è fumoso come il progetto.
L’attuale presidente del Consorzio, appena eletto, ci ha riferito che alla fine dovrebbe essere il comune di Marsala a sopportare i costi di gestione e di organizzazione.

Il fatto curioso è che nello statuto tra i soci fondatori soltanto il comitato promotore non ha obblighi e con una quota di soli 30 milioni di lire, peraltro ancora non versata, fa parte di un progetto e lo gestisce quasi in prima persona. Una anomalia nelle anomalie.

Secondo quanto scritto nello Statuto l’ASL dovrà mettere a disposizione l’area dove dovrebbe sorgere questo campus. In effetti l’area è stata individuata dal Direttore Amministrativo Davide Carbonaro in una porzione  terreno adiacente il nuovo ospedale di contrada Cardilla. Totale circa 12.000 mq.

Un solo problema, secondo gli accordi l’area dovrebbe essere ceduta in comodato d’uso ma questa tipologia di cessione non è possibile o perché il comodato d’uso prevede la possibilità di restituzione del bene ed in questo caso invece si va a costruire un complesso che ovviamente non si può demolire.  

Sembra quindi evidente che tutta l’operazione si presta a dubbi e perplessità ed i risvolti in termini di costi per la collettività potrebbero essere veramente devastanti se e quando questo progetto diventerà realtà.

Niente è chiaro, tutto è lasciato al caso. A chi fa comodo? Perchè l’amministrazione di Marsala non indice una conferenza sulla questione per chiarire, ove possibile, tutto il progetto?

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