giovedì, Novembre 7, 2024
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Ritardi all'aeroporto di Palermo, solo colpe di Wind Jet?

Nel nostro articolo di ieri avevamo rappresentato la giornata campale all’Aeroporto di Palermo relativamente ai voli Wind Jet per diverse destinazioni che hanno riportato ritardi nel decollo che variavano da una alle due ore circa.
Avevamo anche ipotizzato che Wind Jet pur offendo una vasta gamma di voli non disponga di una flotta adeguata a garantire, in caso di necessità improvvise,  il “riposizionamento” un velivolo in sostituzione di un altro fermo per cause tecniche oppure da poter inserire un velivolo tempestivamente nel circuito in caso di persistenti ritardi che, accumulandosi da aeroporto ad aeroporto, possono divenire pesanti come successo lunedì scorso.
Il tutto ovviamente con l’aggiunta dell’immancabile assenza di informazioni ed assistenza ai passeggeri che nel caso di Wind Jet dovrebbero essere garantiti, a Catania e a Palermo dalla Società GH Italia del Gruppo Alisud.
Per le sue rotte, Wind Jet dispone di 9 Airbus 320-200 da 180 posti e  2 319-113 da 142 posti, per due terzi  costruiti 15 anni fa, con un totale di 18 destinazioni.  Dal 26 ottobre rinforza l’offerta voli da Palermo per Roma che diventano quattro giornalieri e, da Catania per Burarest con un secondo volo diretto settimanale.  Siamo tecnicamente in quella che si può definire una situazione standard con velivoli costantemente in movimento.
I problemi nascono quando tutta una serie di contrattempi producono ritardi che per ovvie ragioni si ripercuotono su tutte le tratte coperte dal singolo aereo con un aumento esponenziale del ritardo stesso, che ovviamente fa perdere lo slot previsto e conseguente perdita della “priorità” di atterraggio allo scalo di destinazione. E questo ultimo problema aggiunge ritardo a ritardo. Spesso infatti l’aereo è costretto in pista all’aeroporto di partenza fino a quando da quello di destinazione  non arriva la luce verde. 
Il traffico aereo è un sistema perfetto ma basta un niente per far saltare tutto e creare caos.
Ecco quindi  l’ENAC, ente che dovrebbe mettere ordine ed imporre regole precise che devono essere rispettate dalle compagnie,  dai responsabili degli scali, delle società di handling e dagli operatori del settore.
Però il caos negli aeroporti è incontestabile e l’ENAC non sembra essere in grado di far rispettare norme e regole agli operatori. Anche la trasparenza sui biglietti che l’Autority aveva imposto è pura utopia. Provare a fare un biglietto online per vedere come il costo iniziale di un biglietto presentato a  20 euro passi  a 80 al momento di prenotare!
Rileggendo con attenzione le dichiarazioni del responsabile degli aeroporti di Roma rilasciate nel 2007 e che si riferiscono al primo semestre negli ADR, rileviamo che i ritardi sono imputabili direttamente alle compagnie aeree, per esempio cambi di vettore, problemi operativi, che concorrono per il 24%. seguono i problemi al controllo del traffico aereo (21%), alla fornitura di servizi a terra, (14%), i controlli per la sicurezza (5%). Realisticamente questi dati si possono applicare a tutti gli scali con piccole variazioni.
Quindi è il sistema perfetto che non regge in Italia, anche se come utenti spesso siamo portati a dare le colpe di tutto solo ai vettori che da parte loro anno gravi colpe. Tutti i vari soggetti che vivono in questo sistema sembrano parlare lingue diverse, e l’arte dello scaricabarile sembra fortemente in uso nell’ambiente.
L’analogo ente cinese all’ENAC ha deciso di sospendere la licenza o il permesso di atterraggio ad aerei stranieri in caso di persistenti ritardi. Pugno duro con le Compagnie ma indirettamente anche contro le società operative di terra che dovranno necessariamente “mettersi” in regola per non perdere posti di lavoro e guadagni. Una rivoluzione copernicana quella cinese che difficilmente vedremo attuare in Italia.

Ci terremo l’Enac, i ritardi, i disservizi ed imprecheremo senza essere ascoltati.

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