sabato, Luglio 27, 2024
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FEDERALISMO: Lombardo a Cagliari, la Catalogna modello europeo. Poi però si smentisce e pensa al nostrano federalismo fiscale.

Secondo il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo intervenuto oggi a Cagliari insieme al Presidente della Provincia autonoma della Catalogna, Josè Montilla y Aguilera, ad un convegno sulle autonomie speciali in Europa, “L’esperienza autonomistica della Catalogna è un modello per tutte le regioni europee. Lì il progetto autonomistico ha trovato una realizzazione molto avanzata. Basti pensare che le competenze legislative e amministrative della regione iberica arrivano fino all’amministrazione della giustizia, che i catalani parlano e insegnano nelle scuole la loro lingua, e siedono, come nazione autonoma, negli organismi comunitari  europei“.
Subito dopo però, rientra nei ranghi della politica “nazionale”, si contraddice  ed afferma che “In Italia stiamo mettendo a punto un modello di federalismo meno avanzato, ma che rappresenta una esperienza di grande impatto istituzionale, politico, sociale ed economico. Gli effetti della riforma avranno forti ricadute sulla vita degli italiani e dobbiamo fare attenzione a non mettere in crisi i valori che sono a fondamento della stessa unità nazionale“.
Delle due l’una: o  crede nell’obiettivo dell’autonomia “responsabile” del tipo spagnolo e quindi, anche in forza alle notevoli possibilità statuarie siciliane lo persegue, oppure lasci gli spot e si dedichi alla normale amministrazione controllata ed assistita da Roma.
Il federalismo è federalismo, non è fiscale, invenzione italiana tipica della solita politica pasticciona nostrana che però fa di tutto per mantenere ferma la barra del controllo “totale” su tutte le regioni. E l’Europa da Lombardo citata dovrebbe darne una chiara dimostrazione. L’Europa economica che non ha nulla di Europa politica. 25 stati, 25 governi, 25 popoli, miriadi di lingue parlate, nessun sistema giudiziario ed di assistenza uguale, l’Europa dei campanilismi e … della Ambasciate che non dovrebbero esistere nel quadro europeo.

Le Ambasciate infatti, servono per mantenere rapporti tra due stati e tutelare i propri interessi.A questo proposito si riporta l’art. 3 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961, dove vengono chiaramente enunciate  le funzioni di una missione diplomatica consistono segnatamente nel:

  • rappresentare lo Stato accreditante presso lo Stato accreditatario;
  • proteggere nello Stato accreditatario gli interessi dello Stato accreditante e dei cittadini di questo, nei limiti ammessi dal diritto internazionale;
  • negoziare con il governo dello Stato accreditatario;
  • informarsi, con ogni mezzo lecito, delle condizioni e dell’evoluzione degli avvenimenti nello Stato accreditatario e fare rapporto a tale riguardo allo Stato accreditante;
  • promuovere le relazioni amichevoli e sviluppare le relazioni economiche, culturali e scientifiche tra lo Stato accreditante e lo Stato accreditatario.

Alla luce della Convenzione di Vienna, l’Europa al suo interno non necessita di rappresentanze diplomatiche perché tutte queste funzioni sono espletate collegialmente a Bruxelles dai deputati e dai ministri dei vari paesi. Invece ci  sono e rimarranno perché alla fine nessuno si fida di nessuno.
Così come lo stato italiano non si fida dei governi siciliani, lascia fare ma … mantiene i prefetti nell’Isola contro le norme costituzionali.
Presidente, per favore, decida una  buona volta, federalismo vero o di facciata?

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