Dopo mesi di sottili ricatti da parte dell’amministrazione USA nei confronti di Israele, le feroci critiche europee a Netanyahu e il mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale presieduta da Nawaz Salam ora Primo Ministro libanese che considera Israele un “nemico”, si è giunti al cessate il fuoco. Sembra tregua ma le ultime notizie sono che Hamas si ritira dall’accordo e che il governo israeliano non riunirà il gabinetto di crisi fino a quando Hamas non avrà firmato l’accordo.
Il gioco dei terroristi continua.
Nel frattempo, l’occidente plaude, Trump esulta e Biden cerca di uscire dalla Casa Bianca con un po’ di onore.
A nessuno interessa il futuro e tutti si complimentano per il successo che politicamente e militarmente appare come una capitolazione di Israele a tutto vantaggio di Hamas che già esulta per la vittoria “storica” sullo stato sionista.
L’accordo, i cui contorni non si conoscono nei dettagli, non lascia spazio a considerazioni entusiastiche.
Già il fatto che Gerusalemme rilasci 1.000 terroristi in cambio di soli 33 ostaggi lasciando in mano gli altri 60/70 di cui non si sa nulla, è una sconfitta e lascia nelle mani di Hamas la corda del cappio che terrà Israele sotto ricatto per il futuro.
Inoltre, se risulta corretta l’informazione che IDF lascerà il corridoio Philadelphia e Netzarim, il traffico di armi tra Egitto e Gaza ricomincerà e Hamas che già si sta riorganizzando come Hezbollah in sud Libano, avrà gioco facile nel ricostituire la minaccia.
Tutto appare come un capolavoro della diplomazia ma nella realtà è solo un capolavoro dell’idiozia occidentale che, come sempre da decenni, è caduto nella trappola dei terroristi che hanno da tempo imparato ad usare con sapiente e crudele abilità i media.
I ricatti di Biden e l’inutilità di Blinken hanno fatto il resto. Assente l’Europa e l’Italia che a chiacchiere e presenzialismo non è seconda a nessuno tanto che già si candida per portare truppe italiane a Gaza ovviamente sotto l’ombrello di quell’istituzione inutile e pericolosa per la pace che risponde al nome di ONU. Basta vedere i guasti di 45 anni di UNIFIL in Libano dove sotto gli occhi distratti dei caschi blu Hezbollah si armava, realizzava fortificazioni e centri di comando nelle vicinanze degli accasermamenti e posti di controllo UNIFIL, e costituito uno stato nello stato a sud.
L’Italia poi, dopo che l’IDF ha documentato che il Q.G. di Hezbollah era proprio nell’area di controllo del comando del contingente italiano dovrebbe quanto meno evitare di proporsi per inviare militari a Gaza.
C’è un limite alla credibilità non dei militari ma della politica italiana nel M.O.
Cosa succederà ora a livello politico in Israele ? Difficile dirlo, ma già si alzano voci di dissenso anche alla Knesset dove 10 deputati della maggioranza compresi 7 del Likud, si sono detti contrati all’accordo.
“Non parteciperemo a questo accordo di resa che porterà alla liberazione dei terroristi, alla fine della guerra, all’oblìo delle vittorie ottenute con il sangue e all’abbandono di molti ostaggi”, ha detto Bezalel Yoel Smotrich , ministro delle finanze.
Contrario all’accordo anche Ben Gvir che ha minacciato una crisi politica mentre da parte dell’opposizione Ganzt e Lapid sono ovviamente favorevoli. Ma i loro interessi vanno al di là degli ostaggi. Loro due giocano una partita per il potere.
Questo il quadro della situazione e il futuro non si presenta per nulla chiaro. Nuvole nere si addensano su Israele ed è facile prevedere che questo accordo sarà un disastro politico e militare per il paese.
I dolci ricominciano ad essere distribuiti dai buoni e innocenti civili abitanti di Gaza che inneggiano alla vittoria. E questa è già una sconfitta per Israele.
Una domanda sorge spontanea: come è possibile che Netanyahu si sia fatto convincere di accettare un così umiliante accordo?
Michele Santoro